La ricerca di Walter Drugan
Meccanica e la matematica applicate al comportamento microscopico dei materiali
intervista di Elisabetta Nones a Walter J. Drugan
Walter
J. Drugan (University of Wisconsin) è un esperto di fama internazionale
nel settore della meccanica dei solidi e della frattura. Invitato dal
professor Davide Bigoni, direttore del Dipartimento di Ingegneria
meccanica e strutturale, è titolare di una posizione di visiting
professor finanziata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca presso la Facoltà di Ingegneria di Trento, dove si
tratterrà per quindici mesi. Per conoscere meglio i suoi ambiti di
ricerca lo abbiamo incontrato e gli abbiamo posto qualche domanda.
Professor Drugan, come è nata la collaborazione con il professor Bigoni e quindi con l’Università di Trento?
Io e Davide abbiamo sempre lavorato in campi di ricerca molto
simili e ci siamo inizialmente conosciuti leggendo le nostre
pubblicazioni. Nel 1995 ho trascorso un anno sabbatico alla Università
di Cambridge in Inghilterra e da lì sono partito con il professor John
Willis per tenere un ciclo di conferenze in Italia, dove ho incontrato
Davide. Da allora abbiamo cominciato a lavorare insieme. Nel 1999
abbiamo tenuto un corso al CISM (International Centre for Mechanical
Sciences) di Udine e in quella occasione ho trascorso un paio di mesi
all’Università di Trento, dove mi sono trovato molto bene. Nell’ambito
del progetto di ricerca che sto svolgendo, mi tratterrò per un totale di
quindici mesi, in tre periodi di cinque mesi per tre anni.
Di cosa si occupa esattamente?
Mi interessa la teoria micromeccanica dei solidi, con
particolare riferimento ai materiali avanzati, compositi e
monocristallini. In questo ambito mi sono occupato dei meccanismi
nonlineari di deformazione e di frattura che si sviluppano nei
componenti meccanici quando sono sottoposti a condizioni di carico
estreme. Per esempio, ho portato avanti una ricerca sul comportamento a
frattura dei monocristalli che vengono impiegati nella tecnologia
relativa ai motori a turbina.
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Stato tensionale all'apice di una frattura in un monocristallo |
Stato di deformazione all'apice di una frattura in un monocristallo |
La sua ricerca si svolge in parte anche qui a Trento?
Assieme a Davide abbiamo pensato che la nostra attività di
ricerca non dovesse rappresentare una mera estensione dei nostri lavori
precedenti, ma abbiamo deciso di investire una parte considerevole della
nostra attività su ricerche che secondo la nostra opinione sono
fortemente innovative, senza porre alcun vincolo sulle difficoltà
tecniche che queste scelte avrebbero implicato. Siamo perfettamente
consci che in questo modo la nostra attività di ricerca risulterà a
forte rischio, ma desideriamo in questo modo trarre pieno vantaggio
dalla nostra collaborazione.
Abbiamo identificato diversi problemi di interesse e, in particolare,
stiamo lavorando a due progetti di ricerca. Un tema di ricerca riguarda
la possibilità di descrivere il comportamento irreversibile delle
deformazioni nei materiali duttili, facendo direttamente ricorso alle
equazioni che governano l’evoluzione dei difetti nei reticoli atomici.
Il risultato di questa ricerca porterebbe ad una rigorosa derivazione di
leggi di comportamento che sono state fino ad oggi formulate solo su
base empirica. Un altro tema di ricerca riguarda il comportamento di
materiali in cui sono presenti interfacce con microstruttura. Esempi di
queste interfacce sono numerosi nei sistemi biologici come la
cartilagine articolare e il legamento periodontale. Inoltre, un altro
esempio di interfaccia attualmente molto sentito nella comunità
scientifica emerge nel tentativo di accoppiare modelli atomistici e
modelli macroscopici di comportamento meccanico.
Cosa potrebbe dire della sua esperienza di lavoro all’Università di Trento fino ad ora?
Ne sono molto contento. In particolare, il rapporto con i
colleghi del Dipartimento è molto stimolante, inoltre insegno a un
gruppo di studenti ben preparati e interessati alla materia. In diverse
occasioni ho avuto modo di apprezzare il livello di partecipazione e
coinvolgimento degli studenti alle mie lezioni, cosa che mi ha fatto
enormemente piacere. Sono inoltre co-advisor della dottoranda Katia
Bertoldi nell’ambito del progetto sulle interfacce meccaniche sopra
descritto e ho conosciuto altri dottorandi davvero qualificati.
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